LE LACRIME DI SHIVA -EPISODIO 4-
Il vento spettinava i capelli di So: il caldo vento che ti accarezza mentre corri in motoscafo attraversando l'oceano tra un atollo e l'altro; alla guida c'era il comandante Reed, Ray Ban sul naso e capelli a spazzola lo facevano apparire ancora quel rigido militare che invece, in soli tre giorni, aveva visto capovolgere la sua intera vita e ora magia, esoterismo, spazzi intra dimensionali e popoli extraterrestri facevano parte di un vissuto che non avrebbe mai più dimenticato. Durante il tragitto Lindir era seduto al bordo dell'imbarcazione e continuava ad inveire contro Reed: " C.I.A con calma eh! Non abbiamo fretta, se vuoi risparmiare spegni il motore e andiamo a remi" continuando a bofonchiare a bassa voce scuoteva la testa, ed ecco che una strana manovra lo fece cascare fuori bordo e tuti scoppiarono in un grande risata mentre Reed gli chiedeva: "Così va meglio?" tendendogli il braccio per recuperarlo.
Già a sei\settecento metri dall'isola i compagni notarono un imbarcazione ormeggiata al porticciolo, gli approdarono a fianco ed osservandolo bene scoprirono un elegante motoscafo grigio super accessoriato con chiavi nel cruscotto: " Strano, in un gioiellino così non avrei mai lasciato le chiavi!" disse Reed mentre si avvicinava a So che scrutando delle orme nel terreno: " Sono quattro, di peso leggero, probabilmente razza elfica" ma Leonida, che già afferrava dalla tasca il suo Kubotan, disse a gran voce: " ragazzi qua la situazione si fa seria" indicando con un cenno della testa quattro figure in abito scuro che uscivano da un piccolo boschetto di palme. Erano alti, longilinei, pelle chiarissima e atteggiamento aggressivo, durò poco tempo' ma fu devastante: mentre gli uomini vestiti di nero scansavano abilmente i colpi di pistola di Reed, So arrampicata su una palma si gettava su uno di loro colpendolo col suo pugnale nativo ed ecco che Leonida dopo essere stato ferito da un colpo di fucile laser riesce a strapparlo di mano al suo avversario e a tramortirlo con il calcio dello stesso, ma fu Lindir a sbalordire tutti compreso se stesso quando, ricordando un antico insegnamento druidico, provò a trasformarsi in una pantera e ci riuscì dando il colpo di grazia prima ad uno e poi all'altro nemico rimasto in gioco.

Scossi e decisamente doloranti So, Lindir e Leonida si sedettero sulla scaletta di legno che portava nella vecchia casa di Shahara mentre Reed scopriva uno straordinario dono: il potere della cura attraverso le mani " Beh! Credevo di averle già viste tutte ma mai nella vita avrei potuto credere che tu potessi trasformarti in una pantera!". Erano li stremati e sconcertati ognuno con se stesso a percepire la propria trasformazione: la fiducia in loro stessi stava crescendo come anche la consapevolezza di ciò che potenzialmente erano, guerrieri capaci di magia ereditata dai loro antenati. Fu quello il momento in cui si accorsero che il pappagallo di Shahara era li vicino su un ramo che li guardava, Lindir ne fu attratto, si avvicinò ed il pennuto con un piccolo volo andò a posarsi sulla sua spalla: " Avete visto com'è affettuoso?" mentre Lindir ammirava il pappagallo Leonida preoccupato intervenne: " credo sia arrivato il momento di entrare e cercare questa benedetta profezia ragazzi, non perdiamo tempo" e mentre Lindir ironicamente si girava verso il pappagallo chiedendogli se lui ne sapesse qualcosa sbalordito ascolto' queste parole:
"Fiamme negli occhi e cappuccio nero, venne dal buio lo straniero. Niente e nessuno trovarlo potrà finché lui stesso si rivelerà. Quando le genti onorarlo dovranno, tutti i mondi si inginocchieranno. Allora qualcuno risorgerà e di ghiaccio e tenebra la galassia ricoprirà. Fino ad allora fermi saranno i figli dei padri antichi faranno. Scorre alleanza nelle loro vene fatta da Yara fino a Tritene. Tutti i colori attraverseranno ma senza "Namako" nulla saranno. Lui l'antico in loro entrerà e Shiva potente riporterà. Pace e abbondanza in tutta la gente per mille anni tutto riaccende."

Ascoltarono quella che non poteva essere altro che la profezia stessa e poi cercarono in tutta la casa qualcosa di scritto ed ecco che casualmente tra una piccola collezione di vecchi topolini, camuffato da una copertina di questi trovarono un piccolo diario contenente alcune istruzioni. Ipotizzarono che la vecchia Shahara avesse deciso di fare memorizzare la profezia al pappagallo perché non fosse mai rubata e scoprirono un piccolo anellino saldato alla zampa del volatile dove erano incise strane lettere sconosciute e come diceva il diario si presero tutti per mano mentre Lindir teneva forte la zampa con l anello e pensarono intensamente al luogo dove volevano andare. Era il primo viaggio con un mezzo di trasporto così magico tanto da trasportarli ovunque volessero adoperando la forza del loro pensiero; infatti la compagnia si divise in due durante il viaggio e mentre So e Lindir si materializzarono dal guardiano in Tibet Reed e Leonida si ritrovarono al centro della sala del palazzo imperiale nella maestosa città di madreperla del pianeta di Yara.