
Il Sasso e la Farfalla
C'era una volta un sasso con un occhio solo, un grande occhio con il quale poteva guardare il cielo le punte degli alberi e tutti gli insetti e gli animali che volavano intorno a lui; viveva ai piedi di una grande montagna ai bordi di un boschetto di pini davanti un piccolo lago verde smeraldo. Ogni mattina, al sorgere del sole, il sasso si crogiolava al tepore dei suoi raggi e aspettava curioso le ultime notizie dal bosco. Quella mattina fu proprio la sua amica farfalla a svegliarlo, si appoggiò su di lui e facendogli il solletico con le ali lo chiamò: "Sveglia dormiglione! Ci sono grandi novità!" L'occhio del sasso si dischiuse sbattendo la palpebra assopita: " Buongiorno Arcobaleno! Che notizie mi porti oggi?" La farfalla aveva ali grandi, sfumate dal giallo sulla punta passando attraverso l'arancione acceso fino a terminare con un rosso intenso simile al colore delle ciliegie: "Il sole si fa sempre più caldo e stanno sbocciando i primi fiori...è decisamente arrivata la primavera! E con lei i primi turisti... prepariamoci tutti ad accogliere gli umani e i loro adorabili cuccioli; non vedo l'ora di sentire il loro entusiasmo pervadere il bosco." L'occhio del sasso la osservò, stette un attimo in silenzio e poi le domandò: "Solo tre giorni fa non eri altro che una crisalide in trasformazione e tra meno di un mese ti spegnerai come fai quindi a conoscere i cuccioli degli umani? In inverno qui non vengono di certo. Io sono qui da sempre...e ricordo ogni cosa, ma la tua vita dura quanto quella di un fiore che sboccia...non puoi averne memoria!" Arcobaleno la farfalla sorrise, si staccò dal sasso e svolazzò nell'aria andando a succhiare un po' di nettare da una rosa selvatica li vicino. Il sasso da un occhio solo si guardò intorno, non riusciva più a vederla, e provò a chiamarla...ma non vi fu risposta.
Forse la sua amica si era offesa? Forse non avrebbe dovuto affrontare l'argomento della sua dipartita. Il sasso da un occhio solo si sentì in imbarazzo e diventò malinconico fino a quando non senti un brivido e si accorse che alcune piccole radici lo stavano accarezzando dalla terra, era una pianta di Tarassaco che stava percependo le sue emozioni e attraverso le sue stesse radici collegata a mille altre erbe selvatiche aveva mandato questa informazione alle potenti radici di un grande albero che era li vicino...attraverso la dura corteccia del signor Abete si poteva intravedere una fessura simile a una bocca e poco più su due grandi occhi si dischiusero: " Ooooh! C'è qualcuno che è triste nel bosco sta mattina...caro sasso, la tua amica farfalla è tra i petali della rosa selvatica ecco la vedo, sta volando dritta da te; ma per favore ragazze" disse l'albero guardando il prato " Non svegliatemi più a meno che non si tratti di qualcosa di grave, sta notte gli scoiattoli non mi hanno fatto dormire facendomi il solletico sulla pancia a furia di trasportare noccioline" E così si riaddormentò. Ecco che Arcobaleno in pochi minuti tornò a posarsi sulla schiena del sasso da un occhio solo " Cosa c'è? Cosa c'è? Dovevo fare colazione! Eccomi di nuovo da te, cosa ti ha turbato? Per caso ti sei spaventato pensando che io non ci fossi più? Vedi...anche se non mi vedevi e non mi sentivi io comunque c'ero! Ecco la risposta alla tua domanda!" Il sasso rimase interdetto, cosa voleva dire la farfalla? In che senso lei comunque c'era? Lui si che c'era! Sempre stato li, testimone di pioggia e neve, vento e sole, comodo sedile per gli umani in vacanza abbracciato dalle radici di tutto il bosco, ricordava perfettamente ogni cosa accaduta fin da quando era rotolato giù, ottanta anni prima durante una frana...e ricordava anche quando prima, era su, in cima alla montagna parte integrante di essa...e fiero e orgoglioso di questa sua memoria non capiva bene che cosa avesse voluto dire la farfalla.
Intanto Arcobaleno, svolazzando di fiore in fiore, ritornò a planare su di lui e sdraio le sue ali delicate come carezze di velluto su quel sasso ruvido appoggiandovi una guancia e sussurro: " Ti ricordi di me quando ero bruco?" Il sasso annui " E quando poi divenni una crisalide?" Il sasso annui di nuovo " E quando non sarò più farfalla cosa credi che diventerò?" Il sasso rispose prontamente: " Terra, tornerai a mescolarti con la terra." Arcobaleno sorrise compiaciuta: " E la terra chi nutrirà? Se non gli alberi e tutte le piante di questo bosco? E non solo...la terra sosterrà ogni roccia che vi è appoggiata sopra compreso te!...quindi...come vedi, sarò qui comunque prima di tornare a diventare un bruco." E così dicendo riprese a svolazzare tra un fiore e l'altro affermando ad alta voce: " Vedi? Non ti libererai tanto facilmente di me...saremo insieme per sempre!" Arcobaleno aveva raccontato a sasso solo la semplice verità e lui non poté far altro che esserne felice: " Ma allora la tua memoria è come la mia! E quindi ogni pianta, albero o fiore ed ogni granello di terra, sasso o montagna possono ricordare tutto?" "Certo!" rispose la farfalla "L'importante e saper ascoltare!" e strizzando l'occhio al sasso si tuffò nuovamente tra il nettare dei fiori.
Nei giorni seguenti i bordi del laghetto di montagna si riempirono di visitatori...bimbi che raccoglievano fiori e scrutavano gli insetti indaffarati nell'erba, genitori sdraiati sull'erba intenti ad osservare le nuvole mosse dal vento ed anziani seduti sulle panchine respiravano profondamente l'aria fresca e salubre della montagna; ognuno di loro portava con se la sua storia, i propri sogni e bagagli di esperienza...fu bellissimo per l'intero bosco imparare tante cose nuove da poter raccontare e trasmettere nel tempo.
Fin quando arrivò il giorno in cui il sasso da un occhio solo percepì qualcosa appoggiarsi delicatamente su di lui...era Arcobaleno che ormai arrivata alla fine dei suoi giorni era venuta a salutare il suo amico sasso che aprì il suo grande occhio e guardando la farfalla un brivido lo percorse: " sto tornando alla terra" disse fievolmente Arcobaleno " Questa primavera ho portato polline fino all'altra parte del lago dove non ci sono fiori e so che quando tornerò la primavera prossima ci saranno nuovi colori e molte più farfalle..." " Buon viaggio Arcobaleno" sussurrò il sasso " Anche io ho una novità sai? Ho scoperto di avere un altro occhio che guarda la terra come questo guarda il cielo, lo avevo sempre tenuto chiuso non sapendo di averlo" e mentre Arcobaleno scivolava delicatamente giù dal sasso verso la terra il suo secondo occhio si aprì e la vide trasformarsi in un leggero bagliore che prima entrò nella terra e poi in ogni filo d'erba circostante dai quali spuntarono bellissimi fiori gialli, arancioni e rossi e da quel giorno sasso non si sentì mai più solo.

